L’esposizione, in programma dal 9 al 17 luglio a Base Milano, chiude il laboratorio fotografico con i giovani di Spazio Blu, realizzato dall’associazione Ri-Scatti ODV con il sostegno di Canon

Milano, 9 luglio 2024Oltre 60 immagini che accendono i riflettori sul difficile vissuto di un gruppo di undici ragazzi e ragazze seguiti da Spazio Blu, servizio multidisciplinare specialistico dell’ASST Santi Paolo e Carlo di Milano attivo nel supporto a minori e giovani assuntori di sostanze stupefacenti sottoposti a provvedimento dell’Autorità Giudiziaria. Momenti di malinconia, senso di solitudine, ma anche nuove amicizie e tanta voglia di rimettersi in gioco. Pensieri ed emozioni al centro di “Out of the BLUe. Confini di una generazione”, la mostra fotografica che raccoglie una selezione di scatti realizzati dal piccolo collettivo, in scena da martedì 9 luglio a mercoledì 17 luglio negli spazi di Base Milano.

L’esposizione rappresenta l’evento conclusivo del progetto “Caleidoscopio, obiettivi di vite”, realizzato da Ri-Scatti ODV, associazione di volontariato impegnata a promuovere occasioni di riscatto sociale attraverso la fotografia, in collaborazione con Spazio Blu e con il sostegno di Canon Italia.       

L’iniziativa ha preso il via a inizio anno, con l’obiettivo di offrire ai ragazzi, attraverso un laboratorio fotografico, l’opportunità di scoprire e coltivare il proprio talento, ma anche di sviluppare competenze utili per un futuro professionale. A guidare i giovani allievi, equipaggiati con attrezzatura Canon, lungo un percorso per immagini alla riscoperta di sé stessi, un docente d’eccezione: Pietro Masturzo, fotografo documentarista e fotoreporter indipendente, anche vincitore del World Press Photo of the Year nel 2010, coadiuvato dai volontari di Ri-scatti. 

L’apporto di Canon Italia, grazie al quale i giovani fotografi hanno acquisito a tutti gli effetti il titolo di autori, si inserisce all’interno del Young People Program, il programma con il quale l’azienda intende fornire alle nuove generazioni provenienti da contesti complessi gli strumenti necessari a valorizzare la loro creatività e a documentare, con la forza delle immagini, un mondo diverso da quello che siamo soliti guardare.

“I giovani chiedono di essere compresi, non giudicati e basta. Ma è evidente che noi adulti siamo troppo presuntuosi per ammettere che il muro dell’incomunicabilità è opera nostra. – Afferma Pietro Masturzo, Fotogiornalista e Mentor del progetto – Ancora una volta ho avuto il privilegio di guidare un gruppo di adolescenti in un percorso di formazione e di condivisione attraverso la fotografia, e ancora una volta sento di aver ricevuto più di quanto sia riuscito a dare. Sono grato alle ragazze e ai ragazzi che hanno partecipato a questo progetto, per essersi fidati e averci portato nel loro mondo. Per aver capito la potenza della Fotografia.”

Il corso ha rappresentato un’importante occasione di stimolo e confronto e una straordinaria opportunità per i giovani coinvolti di raccontare, attraverso l’obiettivo, la propria visione del mondo, condividendo difficili storie personali segnate da incidenti di percorso.

Affiancati anche da Giulia Bellezza, Paolo Folli, Andrea Picchio e Chiara Vitellozzi, fotografi volontari di Ri-Scatti, i ragazzi hanno immortalato momenti di vita quotidiana, nei luoghi di ritrovo, a casa o in comunità, aprendo una finestra su sensazioni, sentimenti e fragilità con un linguaggio fortemente evocativo e d’impatto.

Con “Out of the BLUe. Confini di una generazione”, si è riusciti a far emergere un universo interiore ricco e complesso, nel quale la malinconia è sicuramente il fil rouge di un viaggio per ritrovare sé stessi e un proprio posto nel mondo. La scelta del titolo inglese della collettiva (“all’improvviso, dal nulla”) invita a lasciarsi sorprendere da ciò che il passato e il presente di un giovane possono nascondere, gettando un ponte sul futuro, utilizzando le immagini come strumento di connessione, superando la difficoltà del dire a parole.

“Come in ogni nostro progetto anche questa volta, cercando di dare voce a una fragilità sociale, abbiamo ricevuto molto in cambio. Abbiamo imparato a conoscere i ragazzi lavorando con loro per 4 mesi, abbiamo imparato ad ascoltarli cercando di fornire loro gli strumenti per raccontarsi, abbattendo tramite la fotografia differenze di età, diffidenze e disincanto. Il risultato non è dato solo dalle foto ma anche dall’impegno e dalla forza con cui tutti si sono appassionati al laboratorio.” Stefano Corso, Presidente Ri-scatti ODV.

“I ragazzi in carico allo Spazio Blu, accompagnati dalle educatrici professionali Germana Bertuzzi e Cristina Borghi, hanno accolto e partecipato con entusiasmo alla proposta di Ri-scatti. La fotografia ha rappresentato per loro uno strumento alternativo alla parola per accedere al mondo delle emozioni, un modo diverso per relazionarsi con gli altri e la scoperta di una nuova passione. – Sottolinea Mara Gonevi, responsabile del servizio multidisciplinare Spazio Blu –  Tale lavoro ha permesso di arricchire le proposte di intervento offerte dal servizio e finalizzate a riattivare risorse e capacità nei ragazzi con l’obiettivo che possano superare impasse evolutivi e percorrere nuove strade all’insegna di competenze in favore di una maggiore cura di sé e del rispetto dell’altro”.

“Il programma Canon Young People Program – afferma Daniela Valterio, Sustainability, Environment & Product Safety Manager di Canon Italia – si prefigge l’obiettivo di offrire opportunità e forme d’espressione a giovani provenienti dall’area EMEA che vivono in contesti complessi, comunità in via di sviluppo o che affrontano esperienze di vita difficili. Il progetto sviluppato al fianco di Ri-scatti e dell’ASST Santi Paolo e Carlo di Milano è una incredibile testimonianza di come le immagini      possano aiutare a raccontare un mondo interiore pieno di sfumature e complessità. La mostra Out of The BLUe mostra una realtà intensa, che ingaggia il mondo degli adulti a spingersi oltre schemi, e si dimostra capace di generare emozioni sotto la pelle, oltre i confini fra generazioni.”

Aperta tutti i giorni e a ingresso gratuito, “Out of the BLUe. Confini di una generazione” è ben più di una mostra fotografica: è la testimonianza di un’adolescenza da scoprire liberi da pregiudizi e stereotipi.           

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Pietro Masturzo (Napoli, 1980) è un fotografo documentarista e fotoreporter indipendente. Dopo una laurea in Relazioni Internazionali si dedica al fotogiornalismo e alla fotografia documentaria, focalizzando il suo lavoro principalmente su questioni sociali e politiche.  Come fotoreporter, dal 2007, ha documentato i maggiori conflitti e le crisi umanitarie dei nostri tempi tra Africa, Medio Oriente, Nord Africa, Sud-est asiatico ed Europa, collaborando con le maggiori testate italiane e internazionali. Il suo lavoro inoltre è stato esposto in numerose mostre personali e collettive, nell’ambito di musei, gallerie e festival di fotografia internazionali. Ha ricevuto diversi riconoscimenti per il suo lavoro, tra cui il prestigioso World Press Photo of the Year per una foto scattata a Teheran nel 2009 durante le proteste contro il regime iraniano. Dal 2015 realizza progetti di fotografia con finalità sociali grazie al supporto di Canon. Nel 2018 esce il suo primo film documentario “Life is but a dream”, realizzato con la regista Margherita Pescetti, di cui è co-autore e direttore della fotografia. Masturzo collabora regolarmente con associazioni, fondazioni e Ong ed è un membro dell’agenzia Prospekt.

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